é questo il nostro destino?
- arielshimonaedith
- 5 nov 2021
- Tempo di lettura: 3 min
Supponi di trovarti in fila al punto tamponi, presso l’ospedale, c’è molta gente in fila, in particolare noti molte bambine, ognuna accanto alla propria madre, ma è evidente che si conoscono tra loro, così domandi cosa sia accaduto, più per fare due parole e cercare di non ascoltare la rabbia che monta ogni volta che ti trovi a dover pagare per farti infilare una cosa a fondo nel naso per poter lavorare.
A più voci le bambine ti raccontano che dieci giorni prima hanno incontrato un compagno di classe, risultato poi positivo e che, nonostante il tampone negativo sono tutte state messe in quarantena ed ora, non contenta, l’autorità preposta, ha deciso che è necessario facciano tutte un tampone molecolare, quindi forse potranno tornare a scuola e ad incontrare altre persone lunedì.
L’assoluto non senso della vicenda colpisce, anche se ormai dovresti esserti abituata al fatto che nulla di ciò che sta accadendo può essere considerato, non dico giusto, semplicemente ragionevole.
Ciò nonostante quando senti una bambina dire
“Non possiamo farci niente, questo è il nostro destino, questa sarà la nostra vita.”
Non puoi fare a meno di risponderle
“No, non è vero, tu non sei destinata a questo, questa cosa non ha senso, deve finire!”
Allora un’altra bambina interviene e dice
“Non possiamo neanche uscire, non possiamo vedere nessuno, giocare con nessuno”
Incroci sopra le mascherine bene indossate gli sguardi della madri, che non parlano, non si capisce se siano spaventate e stanche o soltanto rassegnate.
“Questa cosa non ha alcun senso, perché permettete che facciano loro questo?”
Non puoi trattenerti dal chiedere. Una bambina viene in soccorso
“Ma noi siamo fortunate perché quando siamo a scuola possiamo mangiare in classe e ci fanno ascoltare la musica”
“Giusto, bisogno guardare in ogni situazione il lato positivo, brava” vorresti solo abbracciarla, ma si consentiranno le madri di abbracciare queste creature o il distanziamento viene mantenuto anche in casa?
Ad un certo punto entrerai, un’infermiera che indossa uno scafandro, visiera, mascherina doppia, guanti, t’infila questa cosa nel naso e da fastidio, anche quando sei fortunata e trovi una persona gentile che lo fa con la massima accortezza, vorresti semplicemente reagire come sarebbe umano e giusto, invece subisci questa inutile intrusione nelle tue mucose e per essere violentata devi chiedere, prendere appuntamento e pagare.
Allora capisci perché una bambina si rassegna, perché pensa sia normale essere violata, essere isolata, essere mascherata, non poter respirare, uscire, giocare...
Se non siamo noi capaci di dire di no a questa violenza, come potrà questa bambina, tutti i bambini, imparare a scegliere di non subire abusi?
Che tipo di scelte farà questa bambina quando potrà scegliere per sé?
Saprà sceglier di essere felice e di desiderare la gioia del proprio prossimo, o sarà così spaventata ed arrabbiata da desiderare solo il male proprio e altrui? Sarà in grado di scegliere la vita o andrà verso la morte? Come si può accettare che i bambini vengano sottoposti a tutto questo? Perché non insegnare loro a dire di no a ciò che è sbagliato alla violenza che viene loro inflitta? Perché rinunciare a preservarli, a proteggerli?
Ti chiederai se qualche genitore crede ancora a tutte le assurdità che raccontano su questa cosa?
Se si sono persuasi del fatto che i bambini sono untori e vanno vaccinati * ?
Allora non ti resta che parlare, dire no a tutto questo, opporti, pregare.
Pregare, confidando nel fatto che chiunque perpetra e lascia che venga agita questa opera demonica, feroce e repressiva, nel nome di Satana, non potrà che trovarsi con la testa schiacciata e poco sarà il tentativo di reagire mordendo il calcagno.
La vittoria del Signore è certa, chi agisce e crede in Lui ha già vinto, per questo genitori di tutto il mondo opponetevi, salvate i vostri figli, restituite loro la dignità di creature di D-o perché tali sono e sono il dono più grande, l’unica ricchezza, il senso vero della vita di ognuno di noi.

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