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  • Immagine del redattorearielshimonaedith

Attraversare la tempesta

Ieri sera ho compreso che per me, in questo tempo di dittatura, repressione, limitazione della libertà, che sta portandomi via un giorno dopo l’altro relazioni, scelte, energia, nell’attesa del prossimo assurdo provvedimento, dell’ennesima restrizione, il bisogno è rimpossessarmi di me, gestire il mio corpo, offrire sostegno puro alla mia mente, alimentare la mia anima, fare tutto ciò che posso per offrire a me stessa uno spazio di libertà totale. Per me essere libera non significa mangiare smodatamente, bere per non sentire la rabbia che questa situazione mi provoca o accettare di prendere antidepressivi perché mi scopro a piangere per qualche sciocchezza, per me libertà è scelta ma anche amore per sé stesse, disciplina, ricerca del benessere. Ho deciso di sperimentare per un mese, poi deciderò se andare oltre, porre in essere aggiustamenti o cambiare (come sempre ho fatto fino ad ora), un’alimentazione totalmente carnivora. Questa scelta di mangiare soltanto carne, diventa un modo per riappropriarmi della mia essenza più selvaggia, intima e profonda. Ho bisogno di fare qualcosa che sia per me che soltanto io posso scegliere e controllare, per uscire dal tentativo opprimente di controllo esterno, non voglio silenziare il dolore, voglio invece alimentare quella parte di me più ancestrale ed istintiva, tutto ciò che voglio è ritrovare la mia energia più pura e profonda, entrare in quella dimensione di preghiera che è mangiare carne, perché non puoi mai prescindere, io non posso prescindere, dall’incontro con l’essenza dell’animale che sto mangiando, non posso non riconoscere lo sguardo della mucca o il volo del pollo, l'istanza di fuga. Non mangio carne senza essere profondamente grata per la vita che mi viene offerta, grata per l’energia frutto della trasformazione operata da ogni singolo animale, che si traduce in me. Ritengo sia un modo per ritrovare forza e per costruire una muscolatura abbastanza potente da essere in grado di correre ed arrampicarmi per fuggire a chi sta cercando di sopprimere la vita che è in me, credo, attraverso questa consapevolezza di stare ricevendo molto, io possa essere aiutata ad attraversare la tempesta che il mio corpo non può evitare a sé stesso alle soglie dei cinquant’anni. Sono consapevole che molti e molte non capiranno la mia scelta ma non desidero comprensione, voglio solo rivendicare il mio diritto di essere ciò che sono: umana, nata libera, cacciatrice parte di una tribù solidale e pacifica, davvero egalitaria. Voglio che ogni pasto sia pregno di significato e di gratitudine e voglio ascoltare la trasformazione del mio corpo per comprendere se questa scelta può essere quella migliore per me, oppure no. Mentre si affacciano nuove chiusure, nuove censure, mascherine, la somministrazione di sostanze la cui tossicità non è stata sperimentata, mentre i dati ci dicono che non è il virus a mietere più vittime ma la disperazione che conduce verso l’abuso di sostanze, l'alcoolismo, l’apatia, la violenza ed il suicidio, io scelgo di ripulirmi e tornare alle origini, scelgo di santificare il sacrificio animale per imparare ad essere umana. Scelgo di entrare in connessione con la parte di me più pura e selvaggia, scelgo di imparare a riconoscere le impronte sulla terra o nella neve. Scelgo di bloccare il mio respiro, non per la mascherina, ma soltanto per l’emozione di vedere un aquila aprire le ali o una mucca partorire a pochi metri da me. Il mio corpo è capace di trasformarsi radicalmente, ed io so di poterlo spingere sempre più verso la profondità dell’incontro tra sangue e terra, perché alla fine sarà lì che troverà il riposo, si restituirà a nuova vita, ma questo soltanto dopo avere vissuto con pienezza, onestà, libertà ed amore radicale.




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