La verità può essere dolorosa ma credo sia necessaria
- arielshimonaedith
- 24 apr
- Tempo di lettura: 7 min
Aggiornamento: 25 apr
Oggi è Yom HaShoah, la vigilia del 25 aprile e l’antivigilia dei funerali di Bergoglio.
Ha senso unire questi eventi?
Non so se abbia senso, vorrei che non lo avesse, vorrei poter disgiungere totalmente queste tre cose.
Vorrei che Israele in Eretz e in Galuth potesse ricordare la Shoah senza che questo, per il secondo anno, potesse ricordarci anche il 7 ottobre 2023.
Vorrei che non fosse necessario essere ancora in guerra contro un’organizzazione terroristica, erede e continuatrice del nazifascismo, sostenuta e finanziata ufficialmente dall’Iran, ufficiosamente da
praticamente tutti gli stati del mondo... vorrei che non fossimo di nuovo, per l’ennesima volta nella nostra storia plurimillenaria di popolo costretti a spiegare perché abbiamo diritto di difenderci e di vivere.
Tutto questo non sarebbe necessario e probabilmente il 7 ottobre non sarebbe accaduto se domani, 25 aprile, fosse davvero possibile festeggiare la liberazione dal nazifascismo in italia, ovvero se il mondo si fosse liberato dal nazifascismo.
Purtroppo questo non è accaduto, non è accaduto il 25 aprile 1945 a Milano, non è accaduto il 29 aprile in Veneto… confesso d’essermi illusa a lungo del fatto che fosse davvero successo.
Per molti anni ho voluto credere disperatamente che il nazifascismo fosse stato vinto, che davvero le persone che lo avevano di fatto sostenuto, accettato, che avevano taciuto, si erano voltate dall’altra parte, in Germania, Italia, Spagna ma anche in tutti i territori conquistati dai nazisti in cui la popolazione ha collaborato attivamente allo stermino del mio popolo e alla repressione feroce di qualsiasi forma di dissenso, come l’ucraina o la Polonia, quelle persone non ci fossero più e non
avessero lasciato eredi.
Sono trascorsi esattamente 80 anni, ho la fortuna di essere vissuta abbastanza per avere conosciuto chi quella guerra e quella violenza l’ha subita sulla propria pelle e credo di avere l’obbligo intellettuale e morale di riconoscere che, fin da subito è stato evidente che il nazifascismo non era affatto stato sradicato dall’italia, ma neppure dal resto del mondo che lo aveva accolto e lasciato fare, quindi naturalmente includo Usa, Urss (tutti gli stati che oggi esistono ed erano in essa allora ricompresi) e Gran Bretagna (con tutte le sue colonia). Era già evidente da subito, ci sono stati dei tentativi di dire la verità su ciò che era accaduto, di punire i responsabili, come ci sono stati dei giusti che si sono opposti ed hanno pagato con la vita. Ma il senso di colpa ha agito negando e gli interessi politico/economici delle nazioni vincitrici e vinte hanno fatto in modo di nascondere sotto
il tappeto i crimini ma soprattutto i criminali.
Sappiamo benissimo, o meglio chi vuole saperlo lo sa perché le informazioni sono del tutto
accessibili, che lo stesso partito comunista italiano reclutò tra i propri dirigenti quelli che fino ad un minuto prima erano dirigenti del partito fascista, così come molti “artisti” si finsero antifascisti e pacifisti pur avendo combattuto come repubblichini. Sappiamo che diversi gerarchi nazisti vennero contesi tra Usa ed Urss, non per essere giudicati e giustiziati, ma perché considerati grandi scienziati.
Sappiamo anche che negli anni immediatamente successivi all’apertura dei campi di sterminio agli ebrei d’europa sopravvissuti allo sterminio, la Gran Bretagna non consentì di andare in Israele per non “infastidire” gli arabi che, ricordiamolo, combatterono al fianco dei nazisti e fascisti.
Tutte queste azioni e molte altre che non elenco per non dilungarmi troppo, hanno di fatto prodotto una condizione illusoria, ufficialmente si sostenevano le forze antifasciste ma in realtà si faceva e si fa tutto il possibile per non fare autocritica, per non cambiare comportamento.
Il senso di colpa, in particolare nei confronti del popolo ebraico, ha generato un sentimento di ostilità. Come accade anche tra persone, quando si sa di stare agendo male, quasi sempre, piuttosto che chiedere scusa e cambiare comportamento, si nutre un odio feroce nei confronti di chi esistendo, restando, vivendo, gioendo, ci ricorda che abbiamo sbagliato nei suoi confronti.
Il popolo ebraico che ha scelto di ricostruirsi, di vivere e abitare la propria terra, che non vive nella condizione di profugo da 80 anni, rappresenta un fastidio.
Noi ebrei abbiamo scelto di onorare la memoria delle vittime della Shoah ma altrettanto abbiamo scelto di farlo vivendo, crescendo, creando, piantando alberi, rendendo la Terra che ci era stata portata via da imperi ed eserciti feroci quanto i nazisti (romani, crociati, ottomani...) una Terra accogliente, florida, dinamica. Abbiamo scelto di piangere i nostri morti ed onorarli continuando a vivere.
Il mondo preferisce chi, pur non essendo vittima, continua a comportarsi da vittima chiedendo soldi a profusione per comprare armi, uccidere e suicidarsi, come fanno i cosiddetti palestinesi, piuttosto che chi, come il popolo ebraico, semplicemente vuole vivere in pace. Perché ai paesi che non si sono mai liberati dal nazifascismo, che hanno votato e continuano a votare gli eredi ed i continuatori di questo teatrino ipocrita, è necessario l’islam che li odia, li vuole sottomettere, che vuole uccidere gli ebrei?
Perché non sono liberi, non vogliono essere liberi, perché la libertà è faticosa, domanda di essere scelta. La libertà dalla schiavitù che ci viene offerta dalla Torah, che è appena stata ricordata a Pesach che viene praticata con fatica e dedizione dai credenti, richiede innanzi tutto che ci si riconosca come creature di un creatore amorevole e giusto che non ci vuole sottomessi ma ci vuole capaci di scegliere, di scegliere Lui, anche quando farlo significa soffrire.
Il Popolo ebraico è vivo e vivrà solo ed esclusivamente perché il Signore lo ha promesso. Non dipende da noi, non siamo più bravi, migliori o più belli o più intelligenti di altri popoli,
semplicemente sappiamo che accettare la Torah significa non essere del mondo ma altrettanto ci obbliga ad agire nel mondo e per il mondo.
Noi siamo ebrei in molti modi, credo che se il Signore avesse voluto un monolite non avrebbe scelto Israele ed i suoi 12 figli così imperfetti, diversi, spesso in contrasto tra loro. Siamo così e non smettiamo mai d’interrogarci, di discutere, di ragionare tra noi e con il resto del mondo.
Abbiamo bisogno di pregare, abbiamo bisogno di compiere fisicamente le mitzvoth, i precetti, che ci sono state richieste, abbiamo bisogno di farlo tutte e tutti insieme, soltanto questo nei millenni ci ha tenuto vivi, vitali, ci ha reso il fastidioso pungolo per noi stessi e per il resto del mondo.
Per questo motivo non credo abbia senso partecipare alle manifestazioni del 25 aprile, non è la nostra storia, non ci riguarda. Noi abbiamo combattuto e combattiamo per la libertà nostra e di tutti ogni anno a Pesach, ogni volta che lasciamo tutto per andare ad aiutare un paese in difficoltà per un terremoto o altro, così come lo abbiamo fatto anche durante la seconda guerra mondiale, anche se siamo sfiancati dall’ennesima guerra che stiamo combattendo e che non abbiamo scelto di combattere.
Ed in tutto questo il funerale di Bergoglio? Ebbene diciamoci la verità quest’uomo, pace all’anima sua, ha fatto tutto il possibile per riportare la chiesa cattolica alle posizioni preconciliari nei confronti degli ebrei, non dovrebbe essere necessario ricordare che nel corso del suo viaggio in Israele ha pregato davanti alla barriera difensiva e celebrato messa davanti ad un murales in cui era ritratto Gesù avvolto nella kefiah, era il 2014, ha definito il terrorista Abu Mazen un angelo della pace nel 2015, ha utilizzato molte volte nelle sue omelie in maniera dispregiativa il termine farisei, non ha espresso una chiara condanna contro Hamas per quanto avvenuto il 7 ottobre, equiparando la strage commessa dai terroristi all'azione di difesa intrapresa, accusando Israele di genocidio e, a dimostrazione del fatto che la kefiah ad avvolgere Gesù bambino non è una stata una distrazione lo scorso anno a Natale si è fatto fotografare in Vaticano vicino all’opera di un palestinese che riproponeva la stessa menzogna. Si tratta di un simbolo che contiene due elementi, entrambi pericolosi non solo per gli ebrei ma soprattutto per i cristiani: la kefiah è sostegno esplicito al terrorismo palestinese quindi lo legittima, avvolta intorno a Gesù bambino è tesa a negare l'ebraicità di Gesù, questo rappresenta sia una negazione di Gesù stesso, sia una sottomissione all'islam poiché il terrorismo palestinese ha oggi, più che nel passato recente, una chiara connotazione islamica. Totalmente disinteressato alle stragi di cristiani compiute dagli islamici, in particolare a quelli di Gaza che sono stati perseguitati da Hamas passando dai 3000 presenti prima che Israele si ritirasse dalla striscia ai circa 500 attuali, improvvisante si è preoccupato di loro durante quest’ultima guerra facendone un manifesto antisraeliano e antiebraico.
Si tratta di azioni precise che hanno costellato i 12 anni del suo pontificato, ed è oggettivo che tutto questo ed altro abbia creato un clima ostile nei confronti d’Israele, lo Stato e la persona, non posso certo fare finta che non sia accaduto.
L’unica cosa che ho fatto, come insegna nel Talmud la saggia Bruriah, ho pregato per il pentimento dei malvagi, piuttosto che per la loro distruzione. Posso quindi augurarmi che si sia pentito prima di morire, come mi auguro che ci sia qualcuno che preghi per me, perché io sia capace di pentirmi e di correggere i miei errori ogni giorno, prima che sia troppo tardi.
Ognuno di noi attraverso le proprie parole ed azioni può generare, legittimare o condannare
comportamenti che determinano altre azioni.
La parole e le azioni del capo della chiesa cattolica, le dottrine della chiesa, hanno condizionato in maniera sostanziale molti degli stermini compiuti contro il popolo ebraico, a partire dall’antichità nella quale ha preso forma l’accusa di deicidio, attraversando i secoli con l’inquisizione, le conversioni forzate, le cacciate da parte di diversi regnanti, la Shoah ed oggi l’incremento sostanziale e manifesto dell’odio nei confronti degli ebrei.
Ebbene Bergoglio è morto, era un capo di Stato, qualcuno di noi per ruolo istituzionale o per amicizia personale si sente in dovere di esprimere la propria vicinanza ai cattolici che stanno vivendo questo lutto, credo sia giusto farlo ma, personalmente, non credo sia necessario fare finta che non abbia fatto tutto ciò che ha fatto danneggiando pesantemente Israele e gli ebrei ovunque.
Ci sono state occasioni in cui ha espresso amicizia per il popolo ebraico? A parole mi sembra proprio di sì, ma nei fatti mi sembra proprio di no.
Concludendo, perché dovremmo fare finta che chi ha commesso o lasciato accadere la Shoah si sia pentito?
Perché dovremmo fare finta che siamo liberi dal nazifascismo quando gli eredi di quanti hanno compiuto o lasciato che accadesse la Shoah oggi pretendono di dichiararsi antifascisti sventolando le bandiere dei terroristi nazisti che neppure fanno finta di non amare Hitler e che ancora ci uccidono?
Perché dobbiamo partecipare ai funerali di un uomo che ha mostrato coi fatti di disprezzare Israele ed approvare i terroristi nazisti?
La verità può essere dolorosa ma credo sia necessaria, non fa onore a nessun sincero credente, né ebreo né cristiano, fare finta che chi odia gli ebrei, lo dichiara ed agisce come può pur di danneggiarci sia invece un sincero amico o comunque qualcuno con il quale abbia senso confrontarsi anche solo manifestando, sia esso un leone da tastiera che fa finta di preoccuparsi per i bambini palestinesi, sia esso il segretario di un partito o sindacato che pretende di ricordare la resistenza antifascista con la bandiera dei terroristi palestinesi o sia esso il papa, non dovremmo avere nulla a che spartire con nessuno di loro.
Sentite condoglianze a tutti: le bugie sono morte, la verità è viva!
Ariel Shimona Edith Besozzi

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