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Avevamo preso meglio l'AIDS

  • Immagine del redattore: arielshimonaedith
    arielshimonaedith
  • 23 ott 2020
  • Tempo di lettura: 6 min

Aggiornamento: 13 nov 2020

Il Covid 19 è un virus ed ogni esser umano può prenderlo e portarlo in giro e quindi contagiare altri esseri umani. Ebbene? Cosa dobbiamo fare? Uccidere tutti gli esseri umani prima che li uccida il virus? Oppure isolare ogni singolo essere umano ottenendone comunque la morte perché gli esseri umani per sopravvivere devono perlomeno accoppiarsi, per non parlare delle esigenze emotive e sociali. Quanti virus ci sono che da sempre (diciamo da che esiste la vita sulla terra) circolano, e da quando esiste l'essere umano lo utilizzano per essere ospitati e crescere e diffondersi? Francamente non ne ho idea e credo che neppure gli scienziati più preparati ne abbiano un'idea precisa. Quello che abbiamo imparato è che i virus ci sono, a volte sono più aggressivi nei confronti del loro ospite (noi umani ma anche altri animali), normalmente anche quelli più aggressivi si depotenziano per sopravvivere (perché se uccidono tutti gli organismi ospiti non possono vivere) e la storia recente ci dice che, in alcuni casi, non molti per la verità, il vaccino è stato utile per il contenimento, in pochissimi casi, il vaccino ha annullato la diffusione del virus. Questo ci dicono i numeri, tanto malamente utilizzati dai governanti della penisola. I numeri confermano che si tratta di un virus diciamo simil-influenzale, per non urtare la sensibilità di nessuno, che in alcuni casi, ultimamente direi pochissimi, può essere letale o comunque particolarmente feroce, nella maggior parte dei casi o è del tutto innocuo o provoca lievi sintomi che si risolvono in poco tempo. Perché dunque dovremmo essere chiusi in casa? Perché ci impongono di usare la mascherina all'aperto ovunque e non solo in caso di ammassamento? Perché ci impongono l'uso della mascherina durante lo svolgimento di attività motoria danneggiandoci così la salute? Perché addirittura il coprifuoco? Esistono categorie a rischio, come è normale sia in un paese in cui: l'età media è sempre più alta, il livello di stress negativo è sempre maggiore, ci sono luoghi in cui la densità abitativa è da molto tempo a livelli totalmente contro natura ed i livelli d'inquinamento dell'aria e del suolo sono crescenti. Ma piuttosto che fare tesoro delle evidenze che questa epidemia sta mostrando e cercare di porre in essere dei correttivi, il governo pone in essere misure che, non solo danneggiano la salute di chi malato non è, ma limitano la libertà individuale e quindi l’assunzione della responsabilità individuale (unica reale risorsa per la sopravvivenza), imponendo uno stato di polizia illogico nonché esasperante e inutilmente snervante. Non sarebbe più semplice promuovere uno stile di vita sano ed invitare all’attenzione nei contatti che si hanno e si devono avere, perché abbiamo bisogno di contatto fisico e non virtuale, con le persone potenzialmente a rischio? Cosa ci vuole? Semplice buon senso ed il buon senso non si ottiene attraverso la coercizione e l'emissione di milioni di norme e normette impraticabili ed insensate finalizzate solo al controllo ed alla repressione. La repressione ed il controllo inducono comportamenti opposti a quelli necessari, inducono aggressività, odio, sfiducia, depressione. Inducono malattia. I buoni comportamenti si ottengono attraverso la condivisione delle responsabilità e lo stimolo a migliorare la qualità della propria vita per sé e per gli altri. La riflessione e quindi l'investimento di risorse non può essere finalizzato al “sostegno al reddito” delle persone che perdono il lavoro e quindi la speranza e la fiducia in sé stesse, perché il governo sceglie lo stato di polizia, la coercizione, la chiusura piuttosto che la determinazione di una informazione che sia volta alla costruzione di comportamenti responsabili, al ritrovamento della fiducia nel futuro, nella vita, alla ricerca della gioia e non al terrore ed all’odio. Ovvio che se si fanno più tamponi si trovano più positivi, e va bene se questo si traduce in indicazioni dai governi volte alla responsabilità individuale non se diventano l'arma per evitare la libertà delle persone e distruggerne la vita senza motivo. Quando ero bambina mi è stato insegnato che quando tornavo a casa, ovunque fossi stata, mi dovevo lavare, come minimo le mani, in molti casi anche fare un bagno o una doccia, prima di “toccare in giro” per casa. Ho assunto da bambina l'abitudine di togliere i vestiti che indosso per andare in giro e mettere qualcosa che indosso solo a casa. Da sempre tolgo le scarpe per entrare in casa e chiedo lo facciano anche i miei ospiti, molti rimangono sconcertati ma non mi è mai interessato, non amo lavare in continuazione i pavimenti ed ho sempre pensato non fosse igienico portare in casa quello che si calpesta per strada. Mi è stato insegnato che se do la mano a diverse persone, se sono in una struttura pubblica o comunque frequentata da molti allora è opportuno lavarsi le mani prima di toccarsi la faccia e soprattutto è indispensabile lavarsi bene le mani prima e dopo essere stata in bagno. Mi è stato insegnato che prima di mangiare è necessario lavarsi le mani e se non è possibile non bisogna toccare il cibo direttamente, si usano le posate o apposita carta. Alle elementari mi hanno insegnato che è meglio respirare con il naso che con la bocca, particolarmente d'inverno perché il naso è dotato di un sistema di filtraggio e riscaldamento dell'aria naturale (non occorre la mascherina!), tanto è vero che chi ha problemi per esempio di deviazione del setto nasale e deve respirare con la bocca è facile sia più sovente preda di infiammazioni della gola o del tratto respiratorio. Ho imparato che è necessario arieggiare gli ambienti chiusi ogni due o tre ore perché l'essere umano non deve respirare l'aria che espelle. Sempre da bambina mi hanno spiegato che l'essere umano non è fatto di zucchero quindi non si scioglie sotto la pioggia, si può stare sotto la pioggia, non si muore. In inverno, o quando appunto piove, è sufficiente vestirsi in maniera adeguata (ed oggi abbiamo davvero moltissima scelta per tutti i gusti e le tasche), ma fa meglio stare fuori che chiusi dentro casa, ciò che conta è cambiarsi gli abiti bagnati una volta a casa e farsi magari una bella doccia. Ho imparato che più si sta all'aperto e si respira ossigeno (quindi, senza mascherina) più si sta bene, si digerisce addirittura meglio se si respira in maniera adeguata, ci si rafforza e si è in grado di contrastare eventuali virus. Ho imparato anche che essere normopeso aiuta a stare meglio, rende più vitali, reattivi e capaci di contrastare le malattie, quindi forse sarebbe meglio per la tutela della salute non chiudere le persone in casa a respirare aria viziata, immobili, a cucinare torte e pizze, con il riscaldamento acceso ad inquinare il mondo oltre che sé stessi. Ma magari invitare le persone ad uscire di casa, andare se possibile vicino a degli alberi, magari in mezzo al bosco a passeggiare e fare attività fisica senza ovviamente gli stress dell'attività agonistica. In fine mi sono resa conto che è possibile stare insieme senza necessariamente ubriacarsi o mangiare fino a scoppiare per intontirsi; si può passeggiare insieme all'aperto, la distanza corretta, quella del naturale gesticolare delle mani o oscillare delle braccia di una persone viva, è quella che ci preserva da eventuali contagi, non serve la mascherina, perché stare insieme, guardarsi negli occhi, camminare, ridere, scherzare rafforza il nostro spirito ed il nostro corpo. Le persone in grado di compiere queste semplici azioni porteranno questa attenzione a quelle che purtroppo non sono in grado di farlo ed in questo modo non trasmetteranno loro alcun virus, ma porteranno vita, condivisione, gioia, risolvendo il problema della trasmissione senza fare terrorismo su nessuno.

A mio parere, tutte le misure adottate, fatta eccezione per l'indicazione di indossare la mascherina nei luoghi pubblici chiusi e fare disinfettare le mani all'ingresso di questi, sono oggi del tutto inutili e dannose per la salute. I numeri lo dimostrano, la sopravvivenza dell'essere umano, il nostro aumento di numero dimostrano che non è il caso di farsi prendere dal panico per un virus simil-influenzale chiaramente creato solo per toglierci le più ovvie libertà e tenerci in uno stato di segregazione. Ad una strategia di guerra occorre rispondere con un'opportuna strategia volta alla vita e non ad assecondare l'esito nefasto della guerra e del controllo e della sopraffazione da parte di chi la guerra l'ha dichiarata e creata. La foto nel testo è mia


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