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Chi ha aperto la caccia all'ebreo….scusate, la caccia al sionista?

  • Demetrio Shlomo Yisrael Serraglia
  • 11 giu
  • Tempo di lettura: 3 min

Tutti vogliono dire agli ebrei cosa devono fare: devono essere come li vogliono loro, totalmente asserviti, possibilmente contrari al sionismo e nel caso disponibili ad entrare cantando nelle camere a gas.


Dal 7 ottobre 2023 c'è stato il liberi tutti, ovvero i palestinesi hanno con i fatti affermato che si può tornare ad ammazzare impunemente gli ebrei, i quali possono essere incolpati di qualsiasi cosa vi passi nella mente. Per sostenere il nuovo progetto di Shoah potete utilizzare ogni sorta di disinformazione e fake news, basta ripetere una menzogna più volte e questa diviene verità, come aveva progettato il gerarca nazista esperto di propaganda Goebbels. Con queste menzogne si organizzano decine di manifestazioni contro Israele, contro gli ebrei che hanno deciso di ricostituirsi in Stato.


Come potete spiegare il fatto che il 7 ottobre 2023 non ci sia stata immediatamente una condanna unanime, e la richiesta della restituzione immediata di tutti rapiti da parte di quel mondo che si definisce democratico e civile?


Avete un’idea di cosa sarebbe davvero una reazione proporzionata all’aggressione che Israele ha subito e sta subendo da decenni su più fronti?! Se Israele dovesse davvero reagire in maniera proporzionata, sia per tipo di violenza subita che per numero di persone uccise sulla popolazione complessiva israeliana, onestamente a quest’ora non sarebbe solo sparita la striscia di Gaza ma probabilmente molto di più…


L'ebreo nel 1948 ha avuto l'ardire di costituirsi Stato nonostante la Shoah, di prendere le armi e di difendersi da chi lo vuole eliminare: questonon è ammissibile per i democratici del pensiero unico, perché l'ebreo può essere accettato solo se fa il giullare o se si fa rinchiudere senza colpo ferire in un ghetto.


I benpensanti di oggi, quelli delle bandiere palestinesi, dei lenzuoli, sono gli stessi di ieri. Quelli che non si accorgono quando 6 milioni di persone spariscono, quelle brave persone che vivevano accanto ai campi di sterminio, permeati di un atroce odore di cadaveri bruciati, o quelli che assistevano alla chiusura nei ghetti, alle deportazioni, vedendo passare treni pieni di ebrei… niente, non stava succedendo niente!

Tutti coloro che silenti avevano assistito alla Shoah finita la guerra non avevano nessuna intenzione non solo di farsi un esame di coscienza e magari chiedere scusa, ma neppure accettavano di buon grado che qualcuno provasse a far loro presente la cosa. Si sono sentiti infastiditi ed hanno trasmesso ai propri figli, nipoti e pronipoti, non una coscienza capace di fare sì che l'uccisione degli ebrei non accadesse più, bensì hanno avuto un senso di fastidio per questi ebrei che si ostinano a vivere e ricordare e fare loro vedere, con la propria gioia di vivere, che pessime persone sono state tutte quelle "anime belle" che non hanno alzato un dito e che pessime persone sono ora i loro figli nipoti e pronipoti che non si ribellano al terrorismo palestinese.


Quelli che oggi fingono di essere interessati alla “causa palestinese” e che si permettono di chiedere il cessate il fuoco ad Israele senza neppure vagamente condannare il terrorismo palestinese, ma appoggiandolo, sono i figli, i nipoti e i pronipoti dei criminali che hanno commesso la Shoah e di coloro che rimanendo in silenzio hanno lasciato che questo crimine accadesse. A loro appartengono anche quelli che oggi, di nuovo e sempre, non dicono nulla di fronte alle assurde menzogne con le quali si sta legittimando, per l’ennesima volta, la caccia all’ebreo!


Con che coraggio osano farlo?! Forse sempre con il coraggio che da millenni guida ogni antisemita!


Bene, ora dovete ben ricordarvi che gli ebrei ci sono e si difenderanno con ogni mezzo a disposizione, gli imperi sono caduti ma "Israele Vive”.


Demetrio Shlomo Ysrael Serraglia


L'immagine ritrae Mordechai Anielewicz, leader dell'Organizzazione Combattente Ebraica, raffigurato sul Monumento agli Eroi del Ghetto di Varsavia, a Varsavia, Polonia.

Nell'aprile del 1943, i combattenti della resistenza ebraica combatterono contro l'ultimo tentativo della Germania nazista di deportare la popolazione rimanente del ghetto al campo di concentramento di Treblinka, nella Polonia occupata dai tedeschi, durante la Seconda Guerra Mondiale.

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