Donare un giorno di digiuno a D-o
- arielshimonaedith
- 12 feb 2022
- Tempo di lettura: 3 min
Il digiuno è una medicina per il corpo e per l’anima, lo sapevano gli antichi, lo sappiamo anche noi se impariamo ad ascoltarci.
Il digiuno è luogo dell’anima, non è privazione, tutte le tradizioni religiose e spirituali lo prevedono.
Nella tradizione ebraica abbiamo diverse giornate di digiuno totale, il più famoso è Kippur ma non è l’unico. Si tratta di astenersi da cibo e acqua dal crepuscolo del giorno prima fino alla comparsa delle prime tre stelle del giorno dopo. E’ un giorno di preghiera e di espiazione, molte le astensioni previste.
Ci sono poi i semi digiuni che vanno dall’alba al tramonto, in cui si prega e si studia la Torah.
Sono momenti molto intensi, il digiuno può non essere facile se non si è abituati, se non lo si è imparato fin da bambini. Le prime volte può richiedere un’attenzione che distrae dalla forza che contiene, ma insegna a controllare non tanto la fame, perché in 25 ore non si ha davvero fame, piuttosto ad uscire dall’abitudine del cibo in determinati orari.
La preghiera, il desiderio di adempiere al precetto, la relazione che questo presuppone con il nostro Creatore, infondono una forza ed un’energia altrimenti sconosciuta.
Il digiuno apre uno spazio, restituisce un vuoto che la preghiera, condivisa o solitaria, colma della presenza viva di D-o in noi.
Per questo in certi momenti è bello scegliere di dedicare un giorno, un giorno qualsiasi pieno delle attività cui siamo obbligati, al digiuno ed alla preghiera. Quando si attraversano momenti particolarmente difficili, come quello che stiamo attraversando ora, così pieno di tensioni, discriminazioni, rabbia, paura; quando si vede il male agire nella vita delle persone trasportate verso l’autodistruzione e ci sentiamo chiamati all’azione, per raccogliere le forze noi digiuniamo. Come accade quando Ester comprese di dover affrontare il marito per salvare il popolo ebraico dall’editto di morte. Così noi oggi decidiamo, silenziosamente, mentre lavoriamo, badiamo alle nostre case, alle nostre famiglie, mentre studiamo, di digiunare e pregare. Ed è meraviglioso perché in quelle ore ogni azione, ogni pensiero, ogni attenzione è resa lieve dalla presenza del Signore che trasforma le nostre vite in testimonianza di volontà di Vita. Noi digiuniamo perché riconosciamo che l’unica Legge cui dobbiamo obbedienza è la Torah, digiuniamo e ascoltiamo, perché ciò che ci determina è l’ascolto, la certezza dell’unicità di D-o, il Suo amore incondizionato per noi che ci domanda di avere altrettanto amore per il nostro prossimo.
Per questo la preghiera è per le anime perse, quelle che stanno vivendo nella paura, nell’odio immotivato per il proprio prossimo, quelle che seguono gli ordini pensando che le leggi degli uomini possano essere più importanti della legge di D-o, quelli che pensano di poter ignorare il compiersi del crimine del sacrificio umano, del sacrificio dei bambini. Preghiamo, prego perché sia possibile incontrare la Parola del Signore, essere colmati dall’improvvisa consapevolezza di essere amatissimi e di non avere bisogno di compiacere nessuno, di non avere bisogno di null’altro che questo amore assoluto e totale che nulla chiede che sempre ci lascia liberi di scegliere tra la Vita e morte. Prego perché tutti possano superare la paura della morte, perché la morte è già sconfitta.
Vendere l’anima al potere, a chi pensa di poter sostituire D-o, il D-o unico, con gli idoli creati dall’essere umano, semplicemente ci rende già morti, perché un corpo senza anima, senza amore, senza responsabilità è già morto.
La vita vera è quella che riconosce la presenza di D-o in ogni più piccolo anfratto, che Lo vede nell’altro e per questo ci rende empatici alle sofferenza altrui, la vita vera è fatta anche di sofferenza, non dobbiamo avere paura di soffrire perché se stiamo nella certezza dell’amore e della giustizia di D-o sappiamo che da ogni cosa avremo il meglio.
Decidere di donare un giorno di digiuno a D-o può renderci così forti, felici, colmi di vita da restituirci la certezza della vittoria assoluta su ogni dolore, ogni malattia, ogni sopruso, ogni discriminazione, ogni violenza, perché il nostro è un D-o di vittoria e di giustizia. Mai ci obbligherà a qualcosa, sempre lascia che sia nostra la scelta, ma altrettanto mai ci abbandona quando decidiamo di tornare a Lui.

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