L'odore della Vita
- arielshimonaedith
- 1 gen 2021
- Tempo di lettura: 4 min
Riconosco gli amici dai nemici a naso, non in senso metaforico, realmente. Ho un olfatto estremamente sensibile, vivere con me non è semplice perché ho bisogno di cambiare aria e di togliere gli odori forti, anche quelli del buon cibo, per questo motivo, qualunque sia il clima, apro le finestre e finché l’aria non è totalmente cambiata non mi do pace. Mi è accaduto spesso di trovarmi circondata da gente ed avvertire con precisione la paura o la gioia correre attraverso i corpi. Emettiamo fremiti odorosi, gli animali non hanno perso il gusto di annusare palesemente i corpi e l’atmosfera per capire se sia meglio fuggire o restare, noi abbiamo imparato a fingere di non sentire, cerchiamo di coprire il nostro odore con sostanze e fibre ma chiudendo gli occhi possiamo, in una stanza piena delle persone che amiamo, chiedere a turno ad ognuna di avvicinarsi a noi e riconoscerne l’odore, non sarà la marca del profumo o del deodorante o delle sigarette fumate, anche quelle, sarà il fremito sulla schiena, lo sfarfallio nello stomaco, il desiderio di fuggire o di aprire le braccia e stringere quel corpo a raccontarci i nostri sentimenti, perché l’amore è fatto di desiderio, di aspettative deluse o soddisfatte, di assenze abitate dalla solitudine, di presenza accudente, di rabbia, discussioni animate piene di urla e pianti e l’odore di ogni persona che amiamo o dalla quale siamo amate istantaneamente, istintivamente ci restituisce tutto. Allora l’abbraccio di nostra madre sarà sempre il luogo più affettuoso ma anche quello più doloroso per molte figlie, quello di nostro padre sarà carico del bisogno d’essere riconosciute ed apprezzate, quello delle sorelle sarà custode della nostra capacità di esserci state e di esserci, poi c’è quello di una zia che c’è sempre stata anche quando sembrava impossibile e le amiche, l’amica che conosciamo da sempre, lei probabilmente potremmo annusarla a centinaia di chilometri e sentire con precisione il suo dolore o la gioia del parto, quel sangue, nostro e suo anche se mai mi sarà dato avere un figlio, le amiche nuove, giovani, che ancora non sappiamo con esattezza, abbiamo bisogno di essere nei pressi, a pochi centimetri e allora ancora una volta chiuderemo gli occhi dentro l’abbraccio e ci attraverseranno i giorni distanti e tutto quello che la vita può portare in pochissimo tempo ed incidere nei corpi. Basta un istante per riconoscere il compagno o la compagna della vita, i discorsi, la voce, gli occhi sono la conferma necessaria all'istinto guidato dal nostro naso e dal suo, la conferma necessaria perché molte volte abbiamo tappato il naso e ci siamo scontrate con relazioni inutili avviate per paura di restare sole e non per amore. Ma il nostro corpo lo sa e basterebbe ascoltare l’istinto per capire se sia possibile restare o sia meglio fuggire. Abbiamo bisogno di un branco, piccolo o grande, ma che sia di corpi odorosi e vitali, per correre davvero abbiamo bisogno di riconoscere l’energia che abita la moltitudine, quella che ti spinge alla velocità del cuore ed oltre, che ti insegna che puoi fuggire sola ma che sei capace di farlo perché stando in mezzo agli altri hai imparato che ci sono quelli da cui è meglio allontanarsi il più possibile e quelli che, con la loro forza, ti portano oltre il tuo limite e ti insegnano ad essere quella che correva nella savana per mangiare, per dare da mangiare alla tribù, ai figli. C’è anche l’odore della vecchiaia, quello buono dei nonni per chi, come me, ha avuto la fortuna di conoscerlo, ma anche quella del corpo che vorrebbe cedere ed è tenuto in vita artificialmente e ci chiede di essere lasciato andare; basta entrare in una casa di riposo, sentirne l’odore per capire che davvero stiamo chiedendo a quelle povere persone di restare soltanto perché non vogliamo conoscere la necessità di lasciar morire i corpi, perché abbiamo perso la fede nel valore profondo dell’anima che abita la sostanza. Gli animali lo sanno, quando è tempo di morire si allontanano e muoiono, noi lo sapremmo fare, ma piuttosto che riconoscere questa necessità preferiamo tentare di coprirla con inutili profumi. Non ci sono telefonate, video-chiamate, né altro surrogato che potrà restituirmi l’impossibilità che mi è stata imposta dalle misura adottate, di conoscere e riconoscere l’odore di mia nipote, di essere riconosciuta da lei in questi primi mesi della sua vita. Lei che, grazie alla volontà preziosa di sua madre, è venuta a mostrarmi come la nascita, la vita che procede sia capace di trascendere la tenebra che abita questo tempo di dittatura, perché non possiamo riconoscere l'un l'altra il nostro odore? Fossi in grado di non sapere, non riconoscere, non vedere ciò che sta accadendo, fossi capace di stordirmi con una qualsiasi sostanza legale o illegale, potrei lasciarmi convincere del fatto che tutta questa distanza abbia un senso, che la perdita di questa opportunità di creare un legame con mia nipote sia accettabile. Purtroppo la mia lucidità, intelligenza e consapevolezza non smettono mai, neppure per un istante di mostrarmi l’inutilità di tutta questa paura, rabbia e frustrazione che sento traspirare dal corpo delle persone che incontro, ovunque . La mascherina non m'impedisce di sentire l’odore dell’umanità terrorizzata, annichilita arrabbiata e di andare in cerca di quei pochi o, spero molti, che stanno scegliendo di non credere alle bugie che ci vengono raccontate e si ostinano ad abitare la fiducia, la fede e la consapevolezza di non voler essere privati della libertà. Posso solo augurarmi, oggi primo giorno del nuovo anno, mio quarantottesimo compleanno, di essere forte, non cedere, continuare a combattere perché mia nipote possa conoscere un tempo in cui la dittatura che sta abitando gran parte del mondo sia definitivamente sconfitta, che la libertà, la verità, la luce e la vita possano trionfare finalmente.

Commentaires