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Vogliamo venire con voi, perché abbiamo compreso che Dio è con voi

Così dice il Dio degli eserciti: In quei giorni dieci persone di nazioni di ogni lingua afferreranno ogni ebreo per un lembo del mantello e diranno: "Vogliamo venire con voi, perché abbiamo compreso che Dio è con voi."

Zaccaria 8, 23


Questa mia riflessione parte dalla lettura di un recente articolo apparso sul JPost "Documenti declassificati rivelano perché il Canada ha permesso ai criminali di guerra nazisti di mantenere la loro cittadinanza" (https://www.jpost.com/diaspora/article-785626utm_source=ActiveCampaign&utm_medium=email&utm_content=Netanyahu%3A+Israel+won+t+give+in+to+Hamas+hostage+deal+demands&utm_campaign=February+7%2C+2024+2)

Sappiamo che il Canada non rappresenta un esempio isolato: Usa, Urss, paesi dell'America del sud, Italia ed altri stati europei, non solo finsero di non sapere di avere accolto nazisti tra i propri cittadini nel secondo dopoguerra, in alcuni casi andarono proprio a cercali perché entrassero a fare parte di gruppi di specialisti impegnati in progetti di varia natura. Alcuni dei quali palesemente afferenti alla realizzazione di armi o strumenti di guerra o alla ricerca spaziale.

Nel corso degli ultimi decenni sono stati desecretati documenti che hanno portato alla luce anche l’aiuto offerto ai gerarchi nazisti diretti verso le Americhe da parte della chiesa cattolica. Non stupiscono pertanto le informazioni riportate nell’articolo citato.

Ciò che trovo interessante e che mi ha invitato a riflettere è la risposta data da Pierre Trudeau (ministro della Giustizia canadese nel 1967, Primo Ministro del Canada 1968-1979, e 1980-1984, padre dell’attuale Primo Ministro) alla richiesta che gli venne fatta di revocare la cittadinanza ad un nazista, che era stato condannato in contumacia per avere guidato un plotone di esecuzione responsabile della morte di 5128 ebrei:

Trudeau sostenne che il Canada non aveva commesso errori nel concedergli la cittadinanza quando ne aveva fatto domanda per la prima volta.

"L'obbligo del ricorrente (chi chiede la cittadinanza) è quello di dimostrare alla Corte che ha un buon carattere", scrisse all'epoca Trudeau, che sarebbe poi diventato il primo ministro canadese, in un parere legale. “Non è tenuto a dimostrare alla Corte di non aver commesso, in nessun momento del suo passato, un atto disprezzabile. … Da un punto di vista pratico, e in effetti ragionevole, pochi, se non nessuno, dei candidati potrebbero soddisfare un requisito di questo tipo.”

Perché mi colpisce questa risposta? Perché riduce un crimine efferato commesso contro ebrei ad un atto disprezzabile e, ancora peggio, che presuppone che un delitto commesso nel passato, che naturalmente il colpevole non confesserà volontariamente, non può essere considerato elemento ostativo alla concessione della cittadinanza ma neppure, una volta che se ne viene a conoscenza, elemento che possa modificare la decisione presa in precedenza. Il caso di specie presenta alcune caratteristiche che sono proprie dell’epoca in cui avvenne, per questo vi rimando alla lettura dell’articolo.

Ciò che noi oggi possiamo vedere è che questo tipo di affermazioni, abominevoli a pochissimi anni di distanza dalla Shoah, quando ancora sarebbe stato possibile processare e condannare i responsabili dei crimini commessi, pur se a lungo secretate, hanno costituito la base al fatto che oggi, non solo è possibile relativizzare i crimini commessi contro gli ebrei, come viene fatto con ciò che è stato fatto dai palestinesi il 7/10/23 agli abitanti d’Israele al confine con Gaza, ma è addirittura tollerato, per non dire approvato, il sostegno incondizionato al terrorismo, allo sterminio degli ebrei, alla cancellazione dello Stato d’Israele.

Ciò che oggi accade è che senza neppure un velo di ritegno è totalmente sdoganato e reso addirittura giusto, fondato, approvabile ed approvato l’odio nei confronti degli ebrei. Da parte dei governi, dalle organizzazioni sovra-governative, degli organi d’informazione, da molte autorità religiose.

In ogni paese del mondo le manifestazioni violente dei sostenitori della cosiddetta causa palestinese, ovvero del terrorismo, vengono autorizzate. Invece quelle pacifiche a sostegno d'Israele, di richiesta di liberazione dei rapiti, vengono osteggiate.

Le associazioni “benefiche” ovunque si premurano di raccoglie fondi per i “poveri” palestinesi, pur sapendo con precisione che, i miliardi di dollari raccolti nel corso degli ultimi 76 anni sono stati spesi per armare il terrorismo, e per determinare l’oppressione e la repressione di qualsiasi barlume di desiderio di costituire uno stato arabo accanto ad Israele, finalizzato alla pace.

Per l’ennesima volta, da che è stato ricostituito Israele, assistiamo all’assurdità che prevede il fatto che siano le vittime a dover giustificare il fatto di difendersi. In una perversione generale quelli che si definiscono pacifisti sostengono gli aggressori e credono che essere pacifista significhi rinunciare al diritto/dovere di difendersi e di difendere il proprio popolo.


In quella parte di mondo cristiano che ha completamente pervertito Gesù, trasformandolo in un hippy terzomondista ed ecologista, vengono sostenuti i terroristi che stanno cercando di eliminare il popolo al quale Gesù non solo è appartenuto ma che ha scelto. Mentre la parte in cui l’antico pregiudizio antigiudaico arriva ad equiparare l’aggressione feroce perpetrata dai terroristi palestinesi di Gaza nei confronti degli israeliani, con la legittima difesa posta in essere dallo Stato d’Israele attraverso il proprio esercito. Pur di legittimare il proprio senso di frustrazione per la scarsa comprensione del messaggio di Gesù, ebreo tra ebrei, una rumorosa minoranza di cristiani alimentano l’islam che ha come scopo la totale ed assoluta sottomissione o sterminio degli abitanti del mondo.


Questi i comportamenti di una società che manifesta la propria debolezza, alla ricerca di una divinità compiacente e comoda che non chieda il rispetto dei precetti come invece fa il Dio di Abramo, Isacco, Giacobbe, Mosè: Gesù.


Un mondo che sembra trovare confortevole sottomettersi così da poter rinunciare alla libertà/responsabilità del faticoso esercizio del libero arbitrio.

Sottomettersi a chi? All’islam oppure ad uno dei due grandi schieramenti: quello dei potenti dell’agenda 30 oppure quello di quanti, credendo ai complotti e pensando di opporsi ai potenti, consolidano il progetto di quegli stessi potenti cui credono di opporsi, nel comune odio per il Popolo Ebraico, che è odio per il Dio della Torah, Gesù.


Nel frattempo Israele, il popolo ebraico, con tutti i propri limiti e le proprie contraddizioni, insieme agli amici veri, ai veri credenti nella Verità, combatte, sia con le armi, perché difendere i propri figli ed i propri vecchi è segno di rispetto del vincolo solidale che lega un popolo capace di dirsi tale, che con la Preghiera.

Vivendo, non perdendo la vita. Agendo, tornando ai precetti, facendo teshuvà.

Ostinatamente Israele vive e vivrà nella libertà piena della Torah, unica scelta possibile.


Come questo splendido video mostra: https://youtu.be/5eJqw0t3e9c?si=Bba7evy1nB8xEBTc




 

 

 

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