"Benedetto l’Eterno, Signore d’Israele, da sempre e per l’eternità!"
- arielshimonaedith
- 19 gen
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Oggi, 19 gennaio 2025, vorrei ringraziare per tutte le attestazioni di solidarietà, sostegno, affetto e condivisione che sto ricevendo da amiche ed amici.
Ho ringraziato ognuna ed ognuno personalmente ma credo sia giusto ringraziarvi pubblicamente perché senza la vostra testimonianza attiva e concreta fatta di telefonate, messaggi ed incontri non sarebbe possibile per me restare.
Sono nata in diaspora e dalla mia nascita ho avvertito la precisa sensazione di non essere nel mio luogo, ancora prima di essere consapevole dell’esistenza del mio luogo, Eretz Israel, so di essermi sentita ovunque fuori luogo.
Infatti ho imparato a costruire una concreta relazione con le terre nelle quali mi sono via via stabilita soltanto dopo avere calpestato, percorso, respirato, toccato Eretz Israel. Solo da quel momento ho compreso che il mio corpo, sangue e carne, creato dal fianco di un’altra creatura di terra insufflata, non è in grado di esistere se non in relazione appunto con la terra.
La mia Terra è quella del mio popolo, quella che il Signore ci ha destinato, ma posso restare altrove soltanto se riconosco la peculiarità del luogo che abito e lo posso fare soltanto attraverso le persone che abitandolo lo curano, lo amano, se ne fanno carico. Ho compreso quindi che ovunque mi fossi trovata avrei dovuto amare, con la concretezza che questa parola ha nella Torah, la terra nella quale mi fossi trovata a vivere.
Avrei potuto scegliere di restare o di andare via, se avessi scelto di restare avrei dovuto imparare a farlo restando fedele a me stessa, ad Israele, ma anche ad ognuno dei luoghi scelti via via.
Ho dovuto calpestare e riconoscere anche i luoghi nei quali i miei avi si sono trovati a vivere, anche quelli dai quali sono stati costretti a fuggire, anche quelli nei quali hanno conosciuto i propri assassini.
Cosa significa essere fedele a questi luoghi? Inizio col dire cosa non significa: non significa sacrificarsi, non significa sentirsi vittima, non significa approvare le azioni compiute contro i miei avi, né quelle compiute contro di me. Amare per me significa agire in conformità con i precetti della Torah, significa dichiarare, dire, affermare, testimoniare, denunciare, esistere nonostante le aggressioni, l’odio, le bugie, i silenzi complici, l’ignoranza volontaria.
Amo, ogni essere umano creato ad immagine e somiglianza e quindi affermo continuamente e costantemente il mio diritto ad essere Israele in diaspora e in Eretz!
Vi amo e dunque denuncio il terrorismo palestinese pretendendo che chiunque veda ciò che i terroristi hanno fatto e fanno al mio popolo non possano guardare dall’altra parte.
Vi amo e mi permetto di essere ironica e tagliare con parole chiare il “pacifismo” che, una volta aperto, mostra il proprio ventre putrescente di mortifera falsità.
Vi amo e dico la verità e pretendo che questa venga ascoltata, come accade in ogni relazione autentica d’amore, non mento per compiacere chi amo.
Vi amo e dunque resto a mostrare d’essere Israele anche se questo ad alcuni da fastidio, indispone chi vorrebbe ogni essere umano uguale all’altro, un mondo in cui non ci fosse distinzione, in cui fosse possibile essere senza regole, un mondo in cui sia possibile enunciare continuamente una falsità finché non viene creduta essere una verità, come il fatto che Israele non è la nostra Terra.
Mi rendo conto che è molto difficile oggi, a distanza di migliaia d’anni, con gli strumenti in possesso all’uomo contemporaneo, doversi misurare con il fatto che evidentemente se nessuno è riuscito ad eliminare Israele dalla faccia della terra nonostante i molti e ferocissimi tentativi fatti e in corso, è perché, se gli esseri umani sono per loro natura infedeli, il Dio di Abramo, Isacco, Israele, certamente non lo è.
Può essere fastidioso, per chi non crede, per chi crede in altri dei, per chi crede nella scienza, per chi crede nell’uomo. Lo capisco ma mi permetto di dare a costoro un consigli spassionato: smettete di cercare di eliminare Israele, costruite con Israele una relazione di collaborazione e di solidarietà.
Unitevi a noi nel canto, nella lode, nella gioia.
Combattete con noi contro il satan in tutte le sue manifestazioni.
Ogni volta che qualcuno che si dichiara amico d’Israele lo tradisce, le madri d’Israele versano lacrime e come dice il Talumd, Dio conta le lacrime delle donne.
Sia Israele, che tutte le madri d’Israele sanno che ‘Hashem yitbarach, mi ama sempre e avrò solo del bene' . Per questo vi conviene essere con Israele.

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