top of page
  • Immagine del redattorearielshimonaedith

"Cercate sempre il bene gli uni degli altri e quello di tutti."

Stiamo attraversando tempi carichi di stress, il mondo cerca nell’ubriachezza una pausa dalla paura, dalla delusione profonda. Apparteniamo ad un tempo codardo che cerca di allontanare la verità, tanto più questa domanda coraggio per essere proclamata e vissuta. Quello che i governi stanno facendo alle persone è criminale, e come sempre vede la passiva cooperazione di molti. La delusione, il dolore, la sensazione di solitudine che spesso attanaglia il nostro cuore di credenti trova accesso attraverso la mente: la porta del nostro cuore.

Per questo è fondamentale custodire il pensiero restando immersi nella verità, nella presenza del Signore: radicati in ciò che è reale, nella certezza di essere i Suoi figli amatissimi.

Consapevoli della furiosa guerra spirituale in corso attorno a noi, dobbiamo custodire la nostra mente sana ( 2 Timoteo 1,7 σωφρονισμοῦ sôfronismos, che significa avere autocontrollo, cui si accosta la parola ebraica מוּסַר, mussar, disciplina morale etica, in Proverbi 1,2)

Per custodire la nostra mente sana dobbiamo ricordare che “timore del SIGNORE è odiare il male; io odio la superbia, l'arroganza, la via del male e la bocca perversa.” (Proverbi 8,13)

Ma che questo non ha a che fare soltanto con la sfera privata, personale, ma attiene anche la sfera pubblica e fintanto che siamo qui, incarnati, presuppone, a mio parere, che noi, credenti, ricordiamo la parole del profeta Amos (5,15) “Odiate il male, amate il bene e, nei tribunali, stabilite saldamente il diritto. Forse il SIGNORE, Dio degli eserciti, avrà pietà”.

Poiché amo il Signore “Odio e detesto la menzogna, ma amo la tua legge.” Salmo 119, 163

La Legge, la Torah, è stata data ad Israele perché gestisse con equità, secondo le indicazione del Signore le cose umane, dobbiamo quindi ricordare che la Torah, la legge, del Signore è al di sopra della legge dell’uomo e che nessuna norma umana può legittimarci a disattendere la nostra responsabilità, poiché sappiamo che “Le labbra bugiarde sono un abominio per il SIGNORE, ma quelli che agiscono con sincerità gli sono graditi.” Proverbi 12,22

Tollerare senza denunciare il peccato, soprattutto oggi che siamo molto vicini al giudizio, significa sottrarsi alla nostra responsabilità di condividere la possibilità di redenzione che abbiamo ricevuto dal Signore, divenendo così complici del nemico.

sappiamo che il Signore ha reso l’essere umano libero di scegliere il male, se lo vuole, ma noi credenti dobbiamo chiamare le cose con il loro nome, come ci ricorda Isaia (5,20) “Guai a coloro che chiamano bene il male e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l'amaro in dolce e il dolce in amaro.”

Restare in silenzio mentre le persone vengono obbligate ad essere cavie, mentre i bambini vengono sottoposti a questa infame sperimentazione è, a mio parere, intollerabile.

La verità rende liberi, questo presuppone di sapere come si diventa schiavi dell’inganno, per questo ci viene detto “questo, perché possiate discernere ciò che è santo da ciò che è profano e ciò che è impuro da ciò che è puro” (Levitico 10, 10), non abbiamo dunque il dovere di dichiarare la nostra opposizione quando vediamo compiersi il crimine attraverso la menzogna?

Non dobbiamo dimenticare che essendo le norme contenute nella Torah attinenti la vita quotidiana, comprese le relazioni commerciali e lavorative, oltre che una ferrea regolamentazione del tempo, queste si propongono in opposizione a tutte le forme di dittatura che si sono succedute nella storia umana, compresa quella "laica" che viviamo attualmente.

La Torah, che non è abolita ma confermata da Yeshua, offre indicazioni precise proprio perché il Signore riconosce il livello di corruzione che abita il mondo, la Grazia che viene donata dalla morte e resurrezione di Yeshua non esonera ma se mai obbliga a vivere la condizione umana come era al momento della creazione, prima che venisse mangiato il frutto dell'albero.

Non possiamo scordare quanto scritto in Genesi 1 nei versetti 4, 10, 12, 18, 21, 25, 31: ogni cosa creata viene detta טוֹב tov, Buona, dal Santo Benedetto Egli Sia, e noi restiamo responsabili perché tali ci ha dichiarati (Genesi 1, 26-31).

Non significa quindi che Yeshua ha dato uno strumento ulteriore perché tutto ciò che è stato creato dal Signore venga preservato o redento? Questo non obbliga i credenti in Lui a riconoscere il male e cercare di salvare tutto e tutti, perché il Signore non abbia a soffrire, quando e se sarà necessario scatenare la Sua ira contro il maligno e i suoi adepti?



Post recenti

Mostra tutti
bottom of page