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Il sorriso di chi chiede

Il tempo in cui consentivo alla rabbia, alla paura, al dolore, al giudizio, alla separazione di abitarmi è passato. Si è aperta la consapevolezza della forza della mia domanda che ha ricevuto una risposta sicura e chiara, come l’abbraccio spontaneo di chi ama. Mi sono accorta che qualcosa era cambiato quando ho sentito gli angoli della bocca rivolgersi agli occhi e, guardandomi attorno, ho visto soltanto l'opportunità della gioia. Non è una attitudine che nasce dell’esclusione della consapevolezza di ciò che sta accadendo, tutt’altro: è la forza di chi chiede e sa, sente, vede la risposta farsi viva e presente. Il dolore della separazione che ha dimorato nella mia anima ha lasciato posto all’incontro, ed io non posso fare a meno di riconoscere che la liberazione è pronta, giunta.

Nel momento in cui ho scelto di non credere al controllo della paura, ho scelto di non permettere a nulla di obbligarmi a vivere separata dagli altri perché soltanto nell’unità, nell’incontro, nella risposta ad una richiesta d’aiuto di una persona vicina è possibile la gioia di essere umani. Abbiamo ricevuto un’opportunità: abitare il bene e non cedere alla comoda lusinga del male che, attraverso il terrore, ci separa gli uni dagli altri e ci esclude dall’ascolto della fonte viva che risiede in ognuno. Siamo parte di una famiglia, naturale o acquisita, un popolo, una nazione. Possiamo essere il sorriso di chi chiede, sicuro di ricevere in risposta l’amore per cui siamo al mondo.



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