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Zayn Adar, compleanno di Moshe Rabbenu cui segue Shabbat Zachor.

  • Ariel Shimona Edith Besozzi
  • 7 mar
  • Tempo di lettura: 3 min

Zayin Adar, oggi venerdì 7, segna il giorno della nascita e, esattamente 120 anni dopo, la scomparsa di Moshe Rabbeinu.


Condivido alcuni spunti da un articolo di A Chassisidher Derher.


Quando giunse il momento per gli Ebrei di entrare in Eretz Yisrael, Moshe pregò Hashem di lasciarlo entrare con loro. Il Midrash ci dice che Hashem rispose che ciò non poteva essere fatto, perché sarebbe stato simile a un pastore le cui pecore erano state catturate: se il pastore tornasse a palazzo senza le pecore, la gente direbbe che le aveva rubate. Così anche Hashem disse a Moshe, hai portato 600.000 Ebrei fuori da Mitzrayim, "Devi stare al loro fianco e venire [in Eretz Yisroel] con loro", quando verrà Moshiach.


Questo non sembra giusto, dice il Rebbe. Perché Moshe avrebbe dovuto restare al fianco della generazione del midbar? Non era per niente come loro! La generazione del midbar rimase nel midbar come punizione per il fatto che non volevano entrare in Eretz Yisrael, con la storia dei meraglim, mentre il più grande desiderio di Moshe Rabbenu era di entrare in Eretz Yisrael.


Perché Moshe avrebbe dovuto restare nel midbar per restare con loro, quando era molto diverso da loro?!


La risposta a questo, sta nella parabola di un pastore: nella sua essenza, Moshe Rabbeinu era un pastore degli Ebrei, un ro'eh Yisrael. E come un vero pastore, non può abbandonare il suo gregge, qualunque cosa accade!


Questo può essere visto anche in un altro episodio: quando gli Ebrei servirono l'eghel hazahav, Hashem disse a Moshe Rabbeinu: "Vai giù, perché la tua nazione ha peccato". Ora, Moshe Rabbeinu non aveva alcun legame con l'eghel, non era nemmeno lì, era sulla montagna! Eppure quando Hashem gli dice di scendere perché la tua nazione ha peccato, Moshe Rabbeinu non si dissocia da loro, chas veshalom, perché sono caduti a tali livelli bassi, piuttosto, accetta le parole di Hashem, che questa è la sua nazione, la nazione di Moshe Rabbeinu!


E rinuncia a tutto per loro; dice a Hashem, "se non li salvi, cancellami dalla tua Torah!" Perché? Perché è il loro pastore! E un pastore non abbandona il suo gregge, non importa quanto in basso siano caduti! Questo è anche il motivo per cui è rimasto nel midbar: non avrebbe lasciato il suo gregge, non importa cosa.


Il Rebbe ha parlato di questo tema molte volte, ma in una sicha ha aggiunto un punto toccante: "Questo è anche espresso dal fatto che Moshe Rabbeinu visse esattamente 120 anni, a differenza di suo fratello Aharon che visse per 123: il suo legame con la sua generazione era così essenziale e potente che quando la generazione del midbar morì, non poté lasciare il suo gregge, e non poté continuare a vivere senza di loro! Non appena le ultime persone della sua generazione morirono, non poté più vivere!"


In un'altra occasione, in una sicha punteggiata di lacrime, il Rebbe spiegò che questo fu seguito dai nesi'im

(i Rebbe delle diverse generazioni)attraverso le generazioni: "Questo è vero per ogni leader e nassi nelle proprie generazioni: nonostante il proprio livello, il nassi mette tutto da parte e guarda il suo gregge. Se il suo gregge rimane in galut , blaibt er liggen(in Yiddish), lui rimane... in galut, così che possa continuare a servire come canale, un memutza hamichaber così che ogni Ebreo possa collegare l'essenza della propria neshamah... con atzmut umehus di Ein Sof."


Tra poco entrerà Shabbat ed è uno Shabbat speciale: Shabbat Zachor!

Oltre alla mitzvah di leggere la Torah, abbiamo il comando speciale di leggere la Parashà di Amalek – ricordare e non dimenticare. Quest'anno, questa parashà assume un significato ancora più profondo.

✡️ ✡️


Poi venne Amalek e attaccò Israele a Refidim... 

- Esodo 17, 1-8 

Ricordati di ciò che Amalek ti fece sulla strada, quando uscivi dall'Egitto. Che ti incontrò sulla strada, e tagliò fuori quelli che erano rimasti indietro, quando eri stanco ed esausto; non temeva D-o. Perciò . . . devi cancellare la memoria di Amalek da sotto i cieli. Non dimenticare. 


- Deuteronomio 25, 17-19


Sappiamo che ogni generazione si scontra con Amalek e vince solo ed esclusivamente grazie alla fede.

Ad oggi nella Striscia di Gaza sono detenuti 59 ostaggi, di cui 35 sono stati dichiarati deceduti.


Restiamo unito nella preghiera :


“nostri fratelli, in tutta Israele,

che si trovano in difficoltà e in prigionia,

tra il mare e la terraferma,

che il Signore abbia misericordia di loro,

e li liberi dalla sofferenza alla salvezza,

dall’oscurità alla luce,

dalla schiavitù alla redenzione,

presto e nei nostri giorni. Amen.”


Questo Shabbat precede Purim in cui ricordiamo come un decreto di morte viene ribaltato in una vittoria per Am Israel, abbiamo, per questo mese di Adar la mitzvah della gioia e con vigore scegliamo di restarenella gioia grande e potente dello Shabbat.


AM ISRAEL CHAI

Shabbat Shalom ❤️🇮🇱



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